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Relazione S.I.C 2004

Dott. Francesco Fidanza e Dott. Gianluca de Vito

Società Italiana di Chirurgia

Congresso Nazionale ottobre 2004

Hotel Cavalieri Hilton - Roma

COOPERAZIONE SANITARIA NEI PVS

Francesco Fidanza, Gianluca de Vito
Azienda Ospedaliera S.Camillo Forlanini - Roma
Presidente Ong VPM

I chirurghi "tropicali" della scuola del Prof. Sergio Stipa

Nel momento in cui ho deciso di partecipare a questo simposio, ho ritenuto necessario informarmi sulla situazione attuale della chirurgia italiana nei paesi in via di sviluppo, poiché la mia esperienza, se pur particolarmente ricca e interessante, si è conclusa nel 1988. A questo proposito è stata particolarmente preziosa la collaborazione col Dott. Gianluca de Vito, che oltre ad aver passato diversi periodi nelle mie stesse realtà, ha continuato ad occuparsi attivamente della Cooperazione, specie in questi ultimi anni in qualità di presidente dell'Organizzazione non Governativa VPM.
L'Aiuto Pubblico allo Sviluppo nel 2004 raggiunge appena lo 0.16% del PIL, che rappresenta una quota infinitesimale rispetto ai bisogni crescenti delle popolazioni del sud del mondo, in costante decremento negli ultimi 20 anni. Le situazioni belliche, con le conseguenti missioni umanitarie, e per certi versi la stessa Tangentopoli, hanno contribuito a ridurre la quota diretta allo sviluppo, rispetto ad un crescente impegno nel settore umanitario per l'emergenza. Il Trust Fund infatti ha evitato la pericolosa gestione diretta degli appalti, specie dopo la disfatta somala, gli scandali e la guerra civile conseguente. Proprio a Mogadiscio, fra le tante azioni intraprese, è stato operativo per diversi anni un grande progetto di cooperazione universitaria della Sapienza, di cui il Direttore Didattico fu per lungo tempo il Professor Paride Stefanini ed altri noti docenti. Tuttavia nonostante le cospicue risorse erogate a favore del Corno d'Africa, la Direzione Generale Cooperazione e Sviluppo ne uscì compromessa! Il disimpegno dal Bilaterale comportò la chiusura di molti progetti di assistenza tecnica promossi in loco dalle Ong Idonee. Di queste solo le più strutturate, riuscirono a sopravvivere, quando non coinvolte in grane di bilancio o legali. Per molte altre risultò un progressivo impoverimento segnato da molti rimpatri. Altre ancora in fine sopravvissero dei contributi erogati dalla Conferenza Episcopale Italiana per gli interventi caritativi. Proprio il fund rasing caratterizza invece lo straordinario sviluppo di Médecins Sans Frontières, presente per statuto in aree di crisi. Identico percorso per Emergency del collega Gino Strada, chirurgo della Croce Rossa Italiana a Kabul, prima di costituirsi in associazione autonoma e non governativa.. Le due organizzazioni attive in zone di guerra e calamità o endemia, hanno riscosso un tale consenso da poter rifiutare i contributi pubblici, quando non congeniali.
Nel contesto socio/economico dell'euro, con massicci flussi d'immigrazione clandestina mal tollerata e conflitti in atto, si riaccende l'attenzione nei riguardi del sud del mondo. Ci si accorge della destabilizzante disuguaglianza, in rapporto a privilegi consolidati. Ci si accorge che la triade killer della povertà (Aids, TBC e Malaria) sta minando intere generazioni, creando scompensi sociali, insieme a denutrizione e fame crescente. Ancora oggi i 2/3 della popolazione mondiale non hanno accesso ai servizi essenziali.
Questa analisi certo non è esaltante in termine d'impegni allo sviluppo intrapresi dai G8. La Cooperazione, parte integrante della politica estera dei paesi industrializzati, paga lo scotto di essere ancora troppo giovane ed inesperta per essere scevra da errori, seppure sia indispensabile non dimenticare l'atto innovativo che essa ha rappresentato: una svolta epocale, un sentimento partecipativo, un'azione solidale, molto spesso non governativa, che in pochi anni è servita a suturare almeno in parte le ferite inflitte a quei popoli dal colonialismo. E' di quegli anni la legge 38 "Pedini" sulla cooperazione che riconobbe le prime forme di volontariato internazionale, rigorosamente biennali, in alternativa alla leva. Le Ong cominciarono a strutturarsi allora, presero consapevolezza del fenomeno e gestirono progetti in diversi paesi.
Proprio negli anni '80 si inserisce il nostro comune percorso di assistenza ospedaliera in Africa dedito allo straordinario numero di popolazione assistita ed esperienza chirurgica formativa irripetibile per noi specializzandi di allora.
Dal 1984 al 1988 abbiamo partecipato senza interruzioni ai progetti di Cooperazione Internazionale del MAE in qualità di chirurghi presso gli ospedali dell'Ordine Fatebenefratelli in Togo e in Benin (Africa occidentale). L'esperienza è stata molto intensa sia per il numero di interventi eseguiti (più di 2000 in qualità di primo operatore), sia per la varietà delle specialità trattate. Predominante la chirurgia generale addominale, in elezione e in urgenza. Numerosi anche i casi di interesse ginecologico e ostetrico, come pure interessante è risultata l'esperienza in campo urologico.
Una menzione a parte merita la necessità di eseguire interventi nell'ambito ortopedico per il trattamento degli esiti della poliomielite.
Dopo la nostra esperienza fu introdotta la legge 49/87 sulla Cooperazione, che avviò una vera rivoluzione nel sistema: riconobbe al personale espatriato ruoli e compensi differenti in rapporto all'esperienza maturata. I Comuni, le Province e le Regioni furono autorizzati ad attivare percorsi autonomi di cooperazione decentrata. La laicità di quegli anni inoltre, diede priorità assoluta ai progetti governativi locali, tagliando drasticamente il contributo pubblico alle opere missionarie. In conseguenza di quest'ultimo fenomeno, s'inserisce l'intervento solidale, promosso dal Professor Sergio Stipa direttore alla Sapienza che attivò un servizio formativo spontaneo interno alla sua Scuola, con la turnazione di specializzandi presso un Ospedale Missionario in Cameroun. La sfida che aspetta la Cooperazione resta dunque aperta, gli impegni presi sono molteplici. In quest'ambito, s'inserisce l'azione della piccola e veterana Ong VPM. Idonea Mae e Membro del Comitato Cittadino della Cooperazione Decentrata del Comune di Roma, partenariata per delibera all'Azienda Ospedaliera S.Camillo Forlanini con scopi di assistenza tecnica sanitaria nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). I soci ed i suoi collaboratori in gran parte provengono dal 1° Master di Cooperazione e progettazione allo Sviluppo dell'Università La Sapienza, ma soprattutto dall'esperienza di campo.


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